L’uomo barbuto ritratto in questa tela dai toni scuri è il filosofo greco Aristotele. La saggezza, ovviamente, non è un tratto visibile eppure è una qualità che gli artisti di molte culture hanno tentato di cogliere. Pensate ai Buddha e ai bodhisattva che abbiamo visto nelle gallerie dedicate all’arte asiatica. Il dipinto che state osservando affronta quest’idea in un modo molto diverso. Il filosofo è ritratto in piedi, in un ambiente buio, ma una luce gli brilla sul volto, sulle maniche bianche e leggiadre del suo abito e sulla mano destra, poggiata sul capo di un busto scolpito. Il suo sguardo, però, non è rivolto al busto, ma appare riflessivo. Il volto, segnato dalle preoccupazioni, evoca la malinconia di una consapevolezza raggiunta nella solitudine. La profonda umanità dell’immagine e il contrasto, di grande effetto, tra luce e buio sono stilemi tipici di Rembrandt.

Rembrandt era attivo ad Amsterdam nel 17° secolo, il periodo noto come l’Epoca d’oro della pittura olandese. L’artista dipinse questo quadro per un mecenate italiano, che gli commissionò un’opera incentrata su un filosofo (senza specificare quale). Rembrandt portò a termine la commessa in modo del tutto originale. Ritrae infatti Aristotele con indosso abiti contemporanei e alla moda, invece che con vesti classiche. Ora, osservate la catena d’oro che porta a tracolla: riusciamo a scorgere un medaglione con un ritratto di Alessandro il Grande, che fu allievo di Aristotele. Il busto ritrae un terzo luminare dell’Antichità classica, il poeta epico Omero. Per Aristotele, Omero rappresentava il passato ed Alessandro il futuro, in un legame tra generazioni di pensatori e sovrani.

Dedicate un po’ di tempo alla visita di questa galleria. Molti dipinti esposti sono opera di Rembrandt. Il Metropolitan vanta una delle più belle collezioni al mondo delle sue opere. * Quando siete pronti, passate alla prossima tappa del nostro tour, dedicata ad un altro maestro olandese: Vermeer.