Il Metropolitan Museum of Art presenta la prima grande mostra americana sull'arte senese del Trecento

A cluster of robed figures in a narrative scene. One figure with a halo around his head points to an open door in the side of a mountain.

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Con oltre cento dipinti, sculture, oreficerie, tessuti, Siena: La grande stagione della pittura, 1300–1350 ospiterà opere di alcuni fra i principali pittori italiani del XIV secolo

(New York, 30 settembre 2024) — Il prossimo autunno, il Metropolitan Museum of Art inaugurerà negli Stati Uniti la prima grande mostra mai dedicata alla pittura senese del Trecento. Siena: La grande stagione della pittura, 1300–1350 (Siena: The Rise of Painting, 1300-1350) approfondirà un momento straordinario agli albori del Rinascimento italiano e il ruolo cardine svolto da artisti senesi come Duccio, Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini nella definizione della pittura occidentale. Nei decenni precedenti la catastrofica epidemia di peste attorno al 1350, Siena fu teatro di straordinarie innovazioni e attività artistiche. Per quanto spetti solitamente a Firenze la designazione di centro principale del Rinascimento, questa presentazione offrirà una rilettura dell'importanza di Siena, dalla profonda influenza di Duccio su una nuova generazione di pittori allo sviluppo di pale d'altare narrative, alla diffusione di stili artistici fuori dai confini italiani. Appuntamento dal 13 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025.

La mostra è stata finanziata in parte da Laura e John Arnold, da una donazione in memoria di Regina Jaglom Wachter, dalla Richard and Natalie Jacoff Foundation, Inc., da Trevor e Alexis Traina e dalla Malcolm Hewitt Wiener Foundation.

La mostra è stata organizzata dal Metropolitan Museum of Art e dalla National Gallery di Londra.

"Siena ha rappresentato un autentico epicentro di innovazione e ambizione artistica nei secoli XIV e XV. Il contributo allo sviluppo dell'arte europea e della pittura non sarà mai valorizzato abbastanza - ha dichiarato Max Hollein, direttore 'Marina Kellen French' e amministratore delegato del Met, che ha così proseguito - Questa mostra monumentale riunirà il più importante gruppo di dipinti senesi delle origini mai esposti assieme al di fuori di Siena, offrendo un'occasione irripetibile per esplorare l'influenza di questo straordinario centro artistico".

Stephan Wolohojian, curatore 'John Pope-Hennessy' responsabile dei Dipinti europei (European Paintings) del Met, ha osservato: "Il peculiare linguaggio artistico di Duccio, dei fratelli Lorenzetti, di Simone Martini e dei loro contemporanei ha ribaltato completamente il corso della pittura europea. Prendendo in esame l'audace lavoro di questi artisti senesi riusciamo a tracciare la germinazione di molte delle idee basilari di artisti che hanno operato in Italia nei secoli successivi".

Attingendo alle splendide collezioni del Met e della National Gallery di Londra, oltre che a rari prestiti di decine di enti internazionali, la mostra esporrà più di cento opere di un prestigioso gruppo di artisti senesi. Ospiterà dipinti accanto a sculture, oggetti di oreficeria e tessuti, che spaziano da opere di grandi dimensioni realizzate per essere esposte al pubblico a oggetti intimi pensati per la devozione privata. Tra i capolavori più importanti ricordiamo la Madonna Stoclet di Duccio, l'Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti e riunificazioni storiche di fondamentali complessi pittorici, come la predella posteriore della Maestà di Duccio e il Polittico Orsini di Simone Martini. Per quanto nessuno di questi pittori sia sopravvissuto alla peste degli anni attorno al 1350, le loro opere hanno avuto conseguenze incommensurabili su pittori e teorici dei secoli successivi.

Descrizione della mostra
La mostra è suddivisa in 12 sezioni che approfondiscono temi relativi alla geografia e ai viaggi, ad artisti e personalità artistiche e alla rielaborazione della pittura che hanno fatto di Siena un importante polo di attività artistica, economica, politica e religiosa prima del Rinascimento. La mostra riunisce elementi di intere opere che sono state separate per secoli, facendo risorgere visioni artistiche complete che erano rimaste frammentate per tutta la durata dell'era moderna. Riunendo queste e altre opere esistenti che testimoniano un momento singolare e fugace nella storia dell'arte europea, la mostra mette in risalto la vita di un fiorente centro culturale all'avanguardia nell'innovazione e nella realizzazione artistica prima che la maggior parte dei suoi cittadini, artisti compresi, morisse per la peste che imperversò in città attorno alla metà del secolo.

All'inizio della mostra è esposta la Madonna Stoclet del Met, una delle rare opere indipendenti di Duccio in America, che ha il compito di presentare la mostra ai visitatori e di invitarli a scoprirne i temi principali. Nella prima metà del Trecento, gli artisti senesi, in particolare i pittori, trasformarono la città, spingendo la loro arte ai limiti per dare vita a grandi schemi decorativi per gli edifici civili e religiosi della città, e producendo al tempo stesso raffinati dipinti in piccola scala che furono collezionati e apprezzati ben oltre le mura cittadine. Nonostante la grande produzione artistica, questo straordinario capitolo della storia dell'arte europea è conosciuto solo grazie ad un esiguo numero di opere superstiti, collegate da una complessa rete di confluenze. Di particolare importanza tra le opere a noi rimaste, la Madonna con bambino (o Madonna Stoclet) rappresenta l'abilità dell'artista di sintetizzare tradizioni diverse rifondendole in modo nuovo entro i limiti dati dalla cornice di un dipinto. In quanto primo maestro della scuola senese, Duccio ricevette commissioni per numerosi oggetti devozionali in ambito privato e civile.

Tra le opere commissionategli spicca l'altare maggiore del Duomo di Siena, un'immagine in grande scala della Vergine Maria in trono, detta Maestà. Questo enorme dipinto su due lati, di circa 4 metri per 2, rappresentò un'impresa ambiziosa il cui completamento richiese cinque anni di lavoro. La Maestà rimase sull'altare fino al 1506, anno in cui venne parzialmente smantellata e successivamente smembrata. Nel corso dei secoli alcuni frammenti sono andati perduti, mentre altri sono stati venduti. In questa mostra, per la prima volta da secoli, gli elementi della predella posteriore vengono visti insieme.

Un'altra sezione della mostra esplora l'impatto della posizione di Siena in quanto una delle tappe principali della Via Francigena, uno storico percorso che collegava Napoli e Roma a Parigi e arrivava a Canterbury in Inghilterra. Questo percorso molto battuto generò un traffico internazionale di persone, idee e oggetti - tra cui avori, smalti e tessuti - attraverso Siena, facilitando anche la diffusione delle opere degli artisti senesi.

I dipinti a più pannelli, noti come polittici, erano la forma più comune di pala d'altare nei decenni successivi al completamento della Maestà da parte di Duccio. Composti da pannelli indipendenti, potevano essere dipinti a pezzi e successivamente assemblati. Una delle grandi pale d'altare di Pietro Lorenzetti - il monumentale Polittico della pieve di Arezzo - commissionata nel 1320 per una chiesa della città toscana, non è mai uscita dall'ambiente per cui è stata dipinta, e questa è la prima volta in cui viene esposta.

I legami di Siena con le reti commerciali del Mediterraneo ne fecero un mercato di importanza fondamentale per la circolazione di manufatti di lusso realizzati da tessitori altamente qualificati in Iran e nel nord della Cina. Queste stoffe straordinarie, tessute con fili dai colori vivaci e oro, erano ammirate dagli artisti senesi che, cercando di emularne le superfici scintillanti, ne lavoravano accuratamente i motivi nei loro dipinti.

I pittori senesi erano rinomati per aver realizzato alcune delle opere più raffinate e straordinarie destinate alla devozione privata. Molto apprezzate dai committenti, potevano essere facilmente trasportate e vengono spesso registrate in inventari lontani da Siena. Una sezione della mostra è dedicata all'opera di Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti e Pietro Lorenzetti, sottolineandone le diverse strategie narrative e pittoriche. Un importante gruppo di opere è costituito dagli elementi riuniti del capolavoro di Simone Martini, il cosiddetto Polittico Orsini. Si tratta di una delle più complesse e sontuose immagini devozionali portatili della prima pittura italiana, che ha esercitato una grande influenza sui pittori del nord Europa.

La mostra presenta anche l'opera di Pietro e Ambrogio Lorenzetti analizzandone l'interesse per la narrazione. I fratelli Lorenzetti hanno lavorato a vari progetti, sia insieme, sia separatamente. Ognuno di loro ha contribuito a una serie di pale d'altare di grande importanza che rappresentano scene della vita della Vergine, dipinte nell'ambito di un programma più ampio per il duomo di Siena. Queste opere collettive pongono i soggetti narrativi al centro della pala d'altare, ridisegnando le possibilità offerte dal campo dell'immagine. La mostra comprende sia opere monumentali, sia scene narrative dettagliate e in scala ridotta.

Un'altra sezione della mostra accosta scultura e pittura per sottolineare la rivalità e lo scambio reciproco tra gli artisti che lavorano in questi due generi. I modelli presentati dai grandi scultori senesi all'inizio del XIV secolo indussero i pittori a sperimentare una maggiore dimensionalità e peso nelle loro composizioni. Decenni dopo, Tino di Camaino, forse lo scultore più significativo e innovativo della sua generazione, rispose ai pittori, adattando le loro forme e strategie visive per coinvolgere gli spettatori.

La mostra si conclude con una riflessione sulla produzione di Simone Martini attorno al 1330, quando, all'apice della carriera, abbandonò il suo studio di successo a Siena e si trasferì ad Avignone, dove realizzò affreschi per la chiesa di Notre-Dame des Doms e un'importante pala d'altare per la chiesa francescana. Molto ammirata dai membri della curia papale che risiedevano in città e dal Petrarca, l'arte senese gettò i semi per un nuovo tipo di pittura a nord delle Alpi, che fiorì nelle corti di Boemia e, in seguito, di Borgogna, oltre che in altri centri artistici del nord Europa.

Crediti e altri contenuti
Siena: La grande stagione della pittura, 1300–1350 è curata da Stephan Wolohojian, curatore 'John Pope-Hennessy' responsabile dei Dipinti europei al Met; Laura Llewellyn, curatrice dei Dipinti italiani ante 1500 (Italian Paintings before 1500) alla National Gallery di Londra e Caroline Campbell, direttrice della National Gallery of Ireland; in collaborazione con Joanna Cannon, docente presso il Courtauld Institute of Art.

Dopo il debutto al Met, la mostra sarà esposta alla National Gallery di Londra dall'8 marzo al 22 giugno 2025.

La mostra sarà corredata da un ricco catalogo illustrato, acquistabile presso il Met Store. Pubblicato dalla National Gallery di Londra, il catalogo presenta nuovi studi, con capitoli che analizzano i capolavori di quattro dei più illustri pittori senesi: Duccio, Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti.

Il Met ospiterà numerosi programmi educativi e pubblici legati alla mostra, tra cui conferenze di esperti con studiosi e artisti, approfondimenti con i conservatori dei dipinti ed esperienze artistiche che offrono l'opportunità di lavorare con le tecniche utilizzate nella pittura senese del primo Rinascimento. Il 23 gennaio 2025 il Met ospiterà una serata con Hisham Matar, autore di Un punto d’approdo, volume nel quale lo scrittore parla del suo incontro con i protagonisti della Scuola senese. I programmi per ragazzi e famiglie prevedono attività ispirate alla mostra, mentre un laboratorio per educatori, ancora da annunciare, si baserà su opere della mostra. Il 19 ottobre la mostra verrà presentata anche al Met Fall Festival.

Nell'ambito della stagione MetLiveArts, l'8 dicembre alle ore 14.00, una performance della serie "Sight and Sound: Leon Botstein and The Orchestra Now" presenterà brani dal Parsifal di Richard Wagner, che compose l'opera dopo aver visitato Siena nel 1880. Il duomo affascinò il compositore, che immaginò la scena del Santo Graal ambientata al suo interno.

La mostra è visibile sul sito web del Met e sui social media con l'hashtag #MetSiena.

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30 settembre 2024


Contact: Margaret-Anne Logan
Communications@metmuseum.org

Image: Duccio di Buoninsegna, The Raising of Lazarus (detail), 1310–11. Tempera and gold on panel. Kimbell Art Museum, 1975